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NAPOLI

VILLA
CARMELA
VITTORIA

In data 28.10.2021 è stata affidata all’ Impresa di Costruzioni Ing. Paola Marone l’esecuzione delle opere di restauro riguardanti le facciate del fabbricato denominato ‘‘Villa Carmela Vittoria’’ visibili dalla pubblica via utilizzando l’incentivo fiscale del bonus facciate. Il fabbricato risulta vincolato ai sensi della legge 1 giugno 1939 n.1089.

 

Relazione storica

Com’è noto, a cavallo fra Ottocento e Novecento, per una serie di motivi culturali, sociali ed economici e per quella stessa tensione che spingeva al superamento dell’Eclettismo storicistico, nasceva l’Art Nouveau, preceduto da una serie di esperienze che andavano dal movimento inglese delle Arts and Crafts all’architettura del ferro, ma di fatto iniziato con la Casa Tassel, opera di Victor Horta, costruita a Bruxelles nel 1893. Il successo fu enorme; la nuova tendenza interessò l’intero arco delle manifestazioni visive, dall’architettura all’urbanistica, dalle nuove tipologie edilizie all’arredamento, dalle arti figurative alla grafica pubblicitaria, dal costume alla moda. L’assonanza di tante manifestazioni portò a uno <> unitario simile a quelli del passato, così come da tempo richiedeva il citato dibattito culturale. Colpiva soprattutto in questo nuovo stile il fatto che esso non riproduceva o quasi alcun elemento del passato e si poneva quale meditata espressione del gusto novecentesco. Benché i suoi artisti e critici, animati dallo spirito dell’innovazione e del progresso, auspicassero un carattere internazionale per la nuova corrente, questa subì variazioni linguistiche e denominazioni diverse a seconda dei paesi che l’adottarono: Art Nouveau in Francia e in Belgio, in Inghilterra, Jugendstil in Germania, Secessione in Austria, Modernismo in Spagna, ecc. In Italia, segnatamente in Sicilia, dove pioniere della nuova tendenza fu Ernesto Basile, e a Napoli si chiamò Floreale per l’ispirazione essenzialmente naturalistica; equivocando infatti sull’organicismo che aveva dato origine nelle altre versioni europee a quella fluenza di linee a <>, si pensò che a ispirazione del nuovo stile fossero la natura, le sue foglie, i suoi fiori. […] Va notato anzitutto che la produzione floreale a Napoli fu preceduta dai grandi lavori di Risanamento e Ampliamento che, sebbene iniziati nel 1885, non erano ancora stati completati al tempo della Prima guerra mondiale; cosicché le opere che rientrano nel nostro tema accompagnarono e seguirono quelle del grande cantiere ottocentesco, completando in molti casi le sue costruzioni. […] Anticipando una conclusione, può dirsi che la vicenda del Risanamento fu uno dei primi interventi che l’intera nazione operò a favore di Napoli, mentre la più modesta attività del periodo floreale rappresentò uno sforzo effettuato dalle energie locali, dagli imprenditori napoletani e da quelli stranieri qui residenti. Proprio a costoro si deve l’inizio dell’industrializzazione cittadina. […] Questo stile non ebbe caratteri peculiari e costanti, come altrove, e nella stessa Sicilia, ma molto compositi: essi andavano, quanto alla volumetria degli edifici, dai blocchi chiusi e simmetrici alle composizioni dissimmetriche neogotiche o ispirate al pittoresco della tradizione nostrana; quanto agli altri fattori architettonici e alla plastica minore, essi variavano dagli stilemi del Barocco e del Rococò napoletani ai mascheroni di scuola wagneriana, dalle strutture in ferro e vetro di origine belga e francese alle ceramiche policrome, usate largamente in tutto il Liberty internazionale; in tanta abbondanza di materiali, di colori, di superfici trasparenti, prevalevano gli stucchi e i ferri battuti, opera del milanese Mazzucotelli o di suoi seguaci napoletani. Ma, più che per un elenco di stilemi, il Floreale napoletano si caratterizza per le variazioni che assunse da una zona all’altra della città, determinando anche diverse tipologie. […] Tipologicamente, le costruzioni del quartiere Chiaia, del Parco Margherita e delle pendici del Vomero possono distinguersi in tre categorie. La prima con fabbriche alte aventi carattere residenziale urbano, dato da negozi, sale di spettacoli, locali pubblici, ecc. conforma il tratto da via Filangieri a piazza Amedeo, donde si può cogliere una delle più felici prospettive di scena urbana guardando verso la collina del Vomero. La seconda tipologia, con palazzine ubicate sulla collina che unisce il Vomero a piazza Amedeo seguendo il percorso della Funicolare, presenta le seguenti caratteristiche: molte costruzioni, sfruttando il dislivello tra i tornanti della strada, hanno due o tre piani emergenti sul lato a valle e proseguono al di sotto di esso per altri tre o quattro piani; le palazzine sono poi collegate alle strade da piccoli ponti, che servono anche a nascondere i locali di servizio sistemati verso i terrapieni; in tal modo, grazie anche alla distanza tra un edificio e l’altro, si ottiene uno sfruttamento in altezza che però non nuoce alla vista dall’alto del paesaggio. Questo tipo edilizio, tra i più originali del Liberty a Napoli, i cui caratteri di dissimmetria, flessibilità, pittoricismo e decorazione, sembra adattarsi particolarmente alla natura orografica delle nostre zone collinari. Il terzo tipo edilizio è quello della villa unifamiliare con giardino, presente nelle aree pianeggianti del Vomero e in altri punti della città, da Posillipo ai Colli Aminei. Le ville Floreali Nella vasta produzione delle palazzine, delle case unifamiliari, delle ville e villini Floreali, ricordiamo sommariamente la Villa Angelina Adele (1909) in via Mancini: le due case Marotta al Vomero (1912), disegnate da Leonardo Paterna Baldizzi; la Villa Palladino alla Gaiola (1914) dello stesso architetto; la Villa De Cristoforo (1912) di Michele Platania, la Villa Ascarelli in via Palizzi (1913) di Adolfo Avena e la Palazzina Russo Ermolli (1915) dell’ingegnere Sorrentino, tutte in via Palizzi; la Villa Cuomo a S. Efremo Vecchio (1919) dell’architetto Michele Capo; la Villa Carmela Vittoria ai Colli Aminei (1914) costruita dall’architetto Savarese; la Villa Elisa (1912) alla Discesa di Coroglio, ecc. Bibliografia Tratto da: Renato De Fusco, “Architettura a Napoli del XX secolo”, Napoli, CLEAN Edizioni, 2017

Il fabbricato denominato “Villa Carmela Vittoria” sito a Napoli (NA) - 80131 in Viale Colli Aminei n. 7/21, nei pressi dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – CTO, si sviluppa come di seguito descritto: un livello seminterrato, tre livelli fuori terra e una torre belvedere a pianta ottagonale. L’impianto originario, con struttura in muratura di tufo, è stato realizzato nei primi decenni del 1900 (tra il 1914 e il 1922 dall’architetto Savarese). Il carattere architettonico di Villa Carmela Vittoria è tipologicamente rappresentativo dello stile Liberty. A Napoli la produzione floreale-liberty si diffonde, invero, nei primi trenta anni del Novecento principalmente nei quartieri di nuova urbanizzazione situati nelle zone di Chiaia, Posillipo e sulle colline del Vomero. Tra gli elementi distintivi del Liberty si ritrovano l’impiego di materiali policromi, gli ornamenti di ispirazione alle forme della natura, gli stucchi, i ferri battuti. Villa Carmela Vittoria risulta caratterizzata, in planimetria, da un impianto poligonale simmetrico e dalla presenza della “torre belvedere” di forma ottagonale che si erige nella parte centrale del fabbricato. Le facciate presentano un’alternanza di fasce in intonaco, intervallate da mattoni a faccia vista, fregi e motivi floreali realizzati a stucco. Elementi distintivi delle superfici parietali risultano, giustappunto, i motivi decorativi fitomorfi a racemi raffiguranti il “melograno”. Nei due angoli terminali della facciata principale, prospiciente viale Colli Aminei (orientamento SUD-EST), sono presenti due porticati posti al primo livello con sovrastanti terrazzi di forma poligonale. La villa è dotata di spazi esterni adibiti a giardino. L’insieme architettonico, così articolato, risulta identificato nella tipologia “villa unifamiliare con giardino”, come indicato dallo Storico dell’architettura e della progettazione Prof. Arch. Renato De Fusco. Il fabbricato si sviluppa in pianta per circa mq. 1645,00 mq e in altezza per circa m. 15,00; la torre belvedere si eleva per circa m. 5,00 dalla quota del lastrico solare, in adiacenza alla copertura a falde del sottotetto. L’edificio è caratterizzato, inoltre, dal corpo scala collocato posteriormente alla facciata prospiciente viale Colli Aminei; pertanto, l’accesso principale alla villa risulta situato nella percorrenza del viale individuato con il n. civico 21 (orientamento NORD-OVEST).

Nel corso dei sopralluoghi presso il fabbricato “Villa Carmela Vittoria” sito in Viale Colli Aminei n. 7/21, sono state effettuate le seguenti operazioni tecniche: • Rilievi visivo – fotografici; • Rilievi metrici; • Mappatura del degrado; • Stato del degrado; • Studio dettagli della facciata: rivestimenti in pietra nella fascia basamentale - fasce in intonaco - mattoni a faccia vista - decori in stucco, tra cui piccoli doccioni effigianti “teste leonine” - fregi fitomorfi a racemi raffiguranti il “melograno”; • Rilievo materico. In riferimento allo stato di conservazione del fabbricato si evidenzia quanto segue:  alterazione cromatica in alcune parti delle facciate;  macchie;  esfoliazioni;  erosione;  patina biologica;  distacchi;  tratti fatiscenti e/o pericolanti;  mancanze. Le rilevazioni effettuate hanno mostrato, in particolare, il seguente stato conservativo: . pellicole pittoriche: distacchi, mancanze, cadute della pellicola pittorica, macchie, esfoliazioni, erosione, patina biologica; . mattoni a faccia vista: mancanza di alcuni elementi, macchie, erosione, patina biologica; . elementi decorativi: distacchi e mancanza di alcuni elementi, macchie, esfoliazioni, erosione, patina biologica; . cornicioni, modanature, mostre finestre e portefinestre: tratti fatiscenti o pericolanti, distacchi e mancanza di alcuni elementi, macchie, esfoliazioni, erosione, patina biologica; . parte basamentale e scale in roccia calcarea micritica bianca - lastre di rivestimento dei corrimani in marmo bianco microcristallino - elementi in conglomerato cementizio: distacchi, mancanze, macchie, esfoliazioni, erosione, patina biologica. In tale fase operativa si è provveduto alla realizzazione di saggi stratigrafici eseguiti dalla Dott.ssa Deborah De Vincenzo (documentazione allegata al fascicolo). Nella fase post-allestimento del ponteggio sono state eseguite le indagini di seguito elencate: • esame stratigrafico delle tinteggiature, degli intonaci, dei mattoni a faccia vista; • analisi dei materiali; • mappatura del degrado con localizzazione. L’esecuzione delle indagini ha garantito la rilevazione degli elementi costitutivi l’aspetto originario. Gli interventi di restauro del manufatto inerenti gli aspetti cromatici, stratigrafici e materici sono stati realizzati, quindi, coerentemente agli stadi di indagine conoscitivo-documentale e tecnico-esecutivo.

A seguito delle indagini e degli studi tecnici eseguiti, gli interventi di Restauro sulle facciate del fabbricato denominato “Villa Carmela Vittoria” risultano delineati nella seguente descrizione: • rilievo materico, rilievo del degrado, rilievo del quadro fessurativo: esecuzione di mappatura dei materiali e degli stati di alterazione; • tassello-stratigrafico: esecuzione tassello-stratigrafici, eseguiti da restauratore specializzato, al fine di evidenziare le principali caratteristiche delle finiture pittoriche fino al supporto (intonaco o pietra); • mappatura e permetrazione di parti di intonaco da demolire mediante idonee operazioni; • pulizia da radici e microrganismi mediante disinfestazione con applicazione di erbicida, estirpazione in profondità di radici di piante infestanti e rimozioni manuali di microrganismi autotrofi ed eterotrofi; • rimozione di depositi su intonaci, da eseguirsi con attrezzi manuali, compreso la temporanea protezione delle zone limitrofe in pericolo di caduta; • puntellatura provvisionale di intonaci, modanature, cornicioni, distaccati dal supporto murario ed in pericolo di caduta; • spicconatura accurata degli intonaci ammalorati previa mappatura delle parti interessate dall’intervento*; • pulitura delle superfici dell’intonaco con acqua addizionata a Desogen al 5%, acqua satura di bicarbonato di ammonio ed eventuali impacchi di polpa di carta e caolino per assorbire i sali solubili presenti nell'intonaco; • rimozione delle tinteggiature inidonee con l’utilizzo di sverniciatori e opportuni mezzi meccanici; • consolidamento di profondità mediante iniezioni di malta a base di legante idraulico e polveri micronizzate di pozzolana combinate a resine acriliche in percentuali limiti del 7% a seguito di lavaggio degli interstizi con alcool e alcool-acqua; • consolidamento corticale dell’intonaco non demolito, ma necessitante di idoneo intervento per decoesione rispetto alla superficie con opportuna eliminazione di contaminazioni di sali; • intonaco grezzo o rustico costituito da un primo strato di rinzaffo steso fra predisposte guide; • arricciatura di murature spicconate o nuove, con malta di calce e pozzolana per migliorare l'aderenza dell'intonaco realizzato e rinforzato; • rasatura e stuccatura delle superfici; • strato finale di intonaco con successiva finitura; • rifacimento dell’intonaco spicconato mediante realizzazione di un primo strato di arricciatura e successivi strati di rinzaffo, rasatura e stuccatura con malta di calce con caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche simili all’originaria; • ricostruzione dell'intonaco originario, comprensivo dello strato di rinzaffo e della tinta superficiale, da parte di restauratore specializzato; • consolidamento e/o protezione finale della superficie intonaco; • cornicione sommitale in aggetto: restauro e revisione di cornice a stucco sagomata di sottogronda o cornice terminale in aggetto comprendente predisposizione del modano secondo la sagoma esistente; • cornicione sommitale in aggetto: rifacimento dei tratti fatiscenti di cornice a stucco sagomata di sottogronda o cornice terminale in aggetto comprendente predisposizione del modano e/o sagome; • rifacimento del manto impermeabile del cornicione di sormonto; • cornici marcapiano: restauro e revisione di cornice a stucco sagomata comprendente predisposizione del modano secondo la sagoma esistente; • cornici marcapiano: rifacimento dei tratti fatiscenti di cornice comprendente predisposizione del modano e/o sagome; • mostre di finestre e portefinestre: restauro e revisione di cornice a stucco sagomata comprendente predisposizione del modano secondo la sagoma esistente; • mostre di finestre e portefinestre: rifacimento dei tratti fatiscenti di mostre comprendente predisposizione del modano e/o sagome; • parapetti porticati con colonne - parapetti terrazzi di forma poligonale - parapetti copertura: consolidamento corticale dell’intonaco non demolito, ma necessitante di idoneo intervento per decoesione rispetto alla superficie con opportuna eliminazione di contaminazioni di sali; • parapetti porticati con colonne - parapetti terrazzi di forma poligonale- parapetti copertura: consolidamento e/o protezione finale della superficie intonaco; • parapetti porticati con colonne - parapetti terrazzi di forma poligonale - parapetti copertura: restauro e revisione - rifacimento dei tratti fatiscenti; • elementi in laterizio a faccia vista: pulitura degli elementi in laterizio a faccia vista mediante rimozione di depositi superficiali incoerenti, stilatura dei giunti e strato protettivo finale; • elementi decorativi: consolidamento e fissaggio di stucchi in fascia difficile; • pulizia della superficie degli stucchi pulitura della superficie con acqua addizionata a Desogen al 5%, acqua satura di bicarbonato di ammonio ed eventuali impacchi di polpa di carta e caolino per assorbire I sali solubili presenti negli stucchi. Rimozione a bisturi delle impurità presenti (radici, muffe, licheni e muschi devitalizzati); • restauro stucchi (trattamento devitalizzante erbicida e biocida) intervento con un trattamento erbicida e biocida per la devitalizzazione di muffe, alghe, licheni; • consolidamento e protezione finale delle superfici degli stucchi: pulizia delle superfici, consolidamento e/o protezione finale della superficie degli stucchi; • basamenti – elementi lapidei: pulitura di pietre esterne - rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con l’uso di pennelli morbidi - rimozione assorbimento ossidi di ferro; • basamenti – elementi lapidei: preconsolidamento e consolidamento della superficie lapidea a base di silicato di etile per impregnazione; • basamenti – elementi lapidei: riadesione di piccole parti di pietra pericolanti o distaccate con resina epossidica bicomponente ove necessario; • basamenti – elementi lapidei: consolidamento strutturale di fessurazioni e fratturazioni dei singoli elementi lapidei lesionati; • basamenti – elementi lapidei: lucidatura e protezione finale di pietre esterne; • ripristino delle discendenti danneggiate; • elementi decorativi in ferro delle finestre e dei terrazzi di forma poligonale: trattamento con inibitori di corrosione del ferro, trattamento protettivo e tinteggiatura con vernice antiruggine; • preparazione del fondo con latte a base di grassello di calce e ritinteggiatura con pittura a base di grassello di calce delle superfici intonacate del fabbricato (previa esecuzione di tasselli stratigrafici eseguiti da restauratori specializzati al fine di evidenziare le principali caratteristiche delle finiture pittoriche originarie fino al supporto - intonaco o pietra - e ritinteggiatura delle porzioni in corrispondenza dell’esecuzione dei tasselli); • tinteggiatura con pittura a base di grassello di calce di superfici esterne e porticati interni con colonne; • pulitura, consolidamento, fissaggio (laddove necessario), protezione finale delle superfici, degli elementi in laterizio a faccia vista, degli stucchi e degli elementi decorativi (bassorilievi costituiti da motivi fitomorfi a racemi raffiguranti il “melograno” - piccoli doccioni effigianti “teste leonine”, fregi vari) - ripristino complessivo secondo le modalità indicate dalla Soprintendenza. Testo estratto dalla relazione tecnico-illustrativa a cura dell’architetto e direttore dei lavori Giulia Cepparulo.

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